lunedì, giugno 19, 2006

Mimì.



Siamo, io e Paola, in una casa nella quale abitiamo o dovremmo venire ad abitare. La stiamo perlustrando e valutando. Entriamo in cucina, Paola mi dice che pensa sia un pò umida. C'è una finestra aperta che affaccia su delle tegole, un tetto. Improvvisamente da sopra il tetto viene fuori Mimì, la nostra gatta che è morta da qualche mese. Esclamo contento che non avrei mai pensato di rivederla (nel sogno so che è morta): è proprio lei! Mimì salta in casa dalla finestra, con un balzo molto alto. Mi scanso istintivamente: infatti mi pare che la traiettoria finisca su di me e potrei venire graffiato, perché il salto ha portato la gatta esageratamente in alto e quindi ricadendo lei potrebbe aggrapparsi a me con le unghie. Mimì atterra sul pavimento in maniera elastica, ma talmente "elastica" che rimbalza nuovamente in alto, proprio come una palla, suo malgrado. Il rimbalzo la riporta fuori della finestra, oltre il tetto visibile. Immagino che sia finita in strada: siamo al piano terra e non sono eccessivamente preoccupato, ma voglio accertarmi che non si sia fatta male e corro fuori. C'è un vialetto condominiale, della gente, dei negozi. Intravedo Mimì e la chiamo, so che verrà da me e la potrò prendere in braccio. Mi sembra che stia bene. Sono un pò confuso perché passano persone e altri animali, la perdo momentaneamente di vista... Mi sveglio quasi di soprassalto.
Commento:
Anche in questo racconto onirico il sognatore è alle prese con una "nuova casa", testimonianza del lavoro intenso di ristrutturazione che egli sta operando sulla sua coscienza e nella sua vita: talvolta questa "casa" è nel sottosuolo, talatra è in un paese, e via e via: ci sono molti altri sogni sullo stesso tema che non sono stati qui trascritti.
Questa volta c'è un'abitazione forse un pò "umida" e c'è una cucina dalla quale s'intravvede un tetto, delle tegole. L'umidità, dal punto di vista dell'esoterismo tradizionale, si lega alla componente emozionale, sentimentale, mistica. La moglie del sognatore, che pure ne rappresenta la parte femminile, sembra guardare a questa componente "umida" con sospetto e disapprovazione: la struttura psichica - la casa - nella quale si vuole stare, evidentemente, dev'essere "secca", cioè non concedere troppo spazio al sentimento (o al sentimentalismo). La "siccità", l'essere "asciutto" implica probabilmente una certa impeccabilità, con l'eliminazione del superfluo, degli elementi illogici (attenzione: non necessariamente di quelli irrazionali!) e contraddittori ai fini della reintegrazione della consapevolezza. Gli animali generalmente entrano nei sogni e nei miti come "guardiani della soglia", come messaggeri, come custodi di ciò-che-c'è-oltre. Mimì è quindi una messaggera dell'aldilà, dell'altrove, e viene da un tetto che dà sulla finestra della cucina. Il tetto è una sommità della coscienza, anch'esso un limite fra ciò che si conosce e ciò-che-sta-sopra, il cielo. Dai tetti si può avere una visione diversa delle cose, dall'alto, gli eventi quotidiani sono rimpiccioliti, possono essere afferrati in un solo sguardo e c'è maggior distacco. Il sognatore sa che la gatta è morta e non si sarebbe aspettato di rivederla viva: tuttavia lei è lì, e sta per entrare in cucina - che è un pò come il laboratorio alchemico della personalità, dove si operano le trasformazioni. Dunque, alcuni elementi vitali e anche spirituali che il sognatore pensava estinti si riaffacciano alla consapevolezza. Il gatto in sé, come animale, unisce nel suo simbolismo il mistero e l'indipendenza con la quotidianità e l'affettività: spesso un tipo di affettività e di comunicazione viva e profonda, molto spirituale. Inoltre, si sà, questo animale è nel mito il portatore di una enorme vitalità: ha sette vite... e anche il numero sette è legato ai cicli misteriosi delle realtà occulte. Il gatto è l'animale dell'interiorità per eccellenza, dei tetti e della luna; al contempo, nonostante il mistero - lo sottolineo ancora - è estremamente familiare, e Mimì lo era veramente: una gatta buona, estremamente affettuosa, una grande amica, un esserino che ha condiviso la vita del sognatore e della sua compagna per tanti indimenticabili anni. Lei torna attraverso il sogno, consapevole del legame ancora esistente e fa per saltare in braccio. Il sognatore, pur contento di vederla, teme di venire graffiato per accidente e si scansa: forse vuole proteggersi da questa improvvisa intromissione dell'inconscio o, per meglio dire, di ciò che sta oltre la coscienza, sia pure veicolato attraverso una creatura amata e familiare. Effettivamente a volte il contatto con certe realtà può essere pericoloso, sia pure - in questo caso - in forma lieve: si tratterebbe soltanto di graffi... La precauzione, anche se opportuna, allontana il momento dell'abbraccio, dell'integrazione: la piccola messaggera dell'altrove rimbalza all'indietro, addirittura oltre il tetto. Il sognatore sa di poterla recuperare, ritrovare, anche se teme qualche incidente generato dalla ricaduta dell'animaletto nella strada, fra ostacoli o pericoli sconosciuti. Si precipita fuori - quindi nel quotidiano, fra automobili, gente e negozi: una rappresentazione del mondo esterno. Egli sa che potrà ritrovare Mimì fra le distrazioni o, piuttosto, le illusioni della vita, che potrà riabbraccarla - ripristinando e consolidando in tal modo il suo legame con una componente interiore e spirituale dell'esistenza che, probabilmente, non è stata e non sarà danneggiata dalla morte - quindi dai cambiamenti - e dal rapporto con la dimensione comune delle cose. Tuttavia una certa apprensione c'è...

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