giovedì, marzo 23, 2006

Nel sottosuolo


Siamo, io e la mia compagna, in un paese straniero. C'è un individuo che ha costruito, per così dire, una casa sotterranea: scavando nel sottosuolo ha ricavato un ampio spazio, un salone e altre stanze. So che non esiste una legislazione precisa al riguardo e che, anzi, sottoterra è possibile edificare senza incorrere in ostacoli di tipo legale: molto vagamente nel sogno ricordo (senza una identificazione precisa di nomi, fatti e luoghi) l'episodio di Damanhur, la città-tempio sotterranea edificata in Piemonte. Fantastichiamo di scavare anche noi e di costruire un'abitazione lì, parliamo con la persona che l'ha fatto, ci adoperiamo a visitare il sottosuolo. Arrivano, però, le autorità del paese: ci informano che in realtà è proibito fare quel genere di lavori e che forse anche il signore che li ha già fatti incorrerà in qualche sanzione. Tuttavia sono abbastanza divertito, come se la vicenda avesse un tono umoristico. Anzi, un particolare senso di rilassata ironia permane in me anche da sveglio.




Commento: il sottosuolo suggerisce una quantità di significati. La terra, il ventre, la madre, l'inconscio, underground anche come alternativo, rivoluzionario, eccetera. Il concetto più rilevante del sogno è che esiste una realtà "di sopra", di superficie e anche una realtà "di sotto". L'associazione fatta (da sveglio) con Damanhur si riferisce ad una situazione in cui è stato possibile costruire un tempio sotterraneo, una dimensione "esoterica" di nome e di fatto, ovviando con una sorta di scappatoia legale al piano regolatore edilizio: ciò che viene edificato sottoterra non è soggetto a restrizioni. Riportando tutto ciò all'ambito psichico, direi che in effetti la realtà quotidiana, di veglia, di superficie, funziona secondo norme che di solito sono diverse, estranee, rispetto alla realtà interiore, profonda. Per questo motivo dentro noi stessi godiamo di una certa libertà - anche legata all'immaginazione, alla fantasia, alla costruzione di un 'mondo interiore' - che ci permette di non essere del tutto subordinati alla logica sociale o, comunque, "esterna". Anzi, come nel sogno in esame, potremmo essere tentati di ampliare, di approfondire questo mondo interiore, sfuggendo in questo modo alle regole del mondo "di superficie". L'ironia che il sognatore avverte credo che sia generata da questo: egli sa che le due realtà non sono e non possono essere davvero separate. Il cosiddetto mondo interiore non può oltrepassare le regole e la logica del mondo esteriore; anzi, nessuno dei due può né separarsi dall'altro, nè soppiantarlo o sotituirlo interamente. Il sognatore si diverte perché, rispetto alla confortevole costruzione interiore suggerita dal racconto onirico, sa già in partenza che essa dovrà fare i conti con la struttura della mente conscia, con le regole della personalità. Egli, dunque, ironicamente pensa: lo sapevo, per forza è così... Il tema fondamentale, comunque, è l'integrazione dei poli opposti: di spirito e materia, di interiore ed esteriore, di individualità e personalità.

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