lunedì, settembre 14, 2009

Samantabhadra



Sogno del 12 settembre.





Mi piacerebbe andare a visitare il centro di buddismo tibetano "Samantabhadra" a Roma, so che fanno dei corsi e dei rituali religiosi a cui vorrei partecipare. Sono molto attratto, provo l'emozione e la sensazione di quando ci si avvicina a qualcosa di nuovo ed eccitante. Lo dico un pò esitante a Paola che, sorprendendomi, si dimostra anche lei desiderosa di andare: non pensavo fosse interessata, soprattutto per gli eventuali impegni che la partecipazione a questo centro potrebbe richiedere. Tuttavia mi dispiace allontanarmi dal buddismo di Nichiren, mi sembra quasi un tradimento, e ricordare il nome del maestro ha in me una forte risonanza, mi commuove e mi colpisce profondamente. Mi rendo conto, però, che quello della Soka Gakkai è un buddismo dalle caratteristiche giapponesi evidenti e che il confronto con un diverso sviluppo di questa grande religione potrà farmi dimensionare, conoscere meglio e anche valorizzare di più la mia stessa pratica. Rimane un ultimo ostacolo: non sappiamo dove sia il Samantabhadra. Improvvisamente mi fermo su uno spartitraffico con la macchina su cui stiamo viaggiando, parcheggio in maniera molto provvisoria, irregolare, e scendo solo un momento per andare a leggere la locandina attaccata all'esterno di un negozio: ho visto di sfuggita che si tratta proprio di un manifestino sul buddismo tibetano e che c'è l'indirizzo e il numero di telefono del centro che cerchiamo.
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Nota: da una ricerca fatta dopo il sogno, apprendo che Samantabhadra è un nome del Buddha Primordiale secondo il buddismo tibetano e che insieme a Manjusri e Shakyamuni forma una sorta di trinità buddista. In giappone egli è il Bodhisattva Virtù Universale protettore dei devoti del Sutra del Loto - il Sutra fondamentale secondo l'insegnamento di Nichiren Daishonin - e promette di diffondere questo insegnamento dopo la morte del Buddha Shakyamuni non lasciando che perisca mai. Pur offrendo una indicazione apparentemente estranea alla mia pratica, dunque, nella realtà il sogno vi fa riferimento e vi riconduce, sottolineando però la presenza di un elemento ancora sconosciuto e ulteriore.

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