venerdì, settembre 11, 2009

Tivoli


Sogno n. 2 di fine agosto-primi giorni di settembre


Percorriamo in automobile, io e Paola, una strada alberata e con vegetazione molto simile a quella di fronte alla casa in cui abbiamo abitato anni fa, vicino Tivoli, a Villa Adriana. Spiego a Paola il concetto buddista dell'essere orientati verso il passato, il presente o il futuro. Le faccio un esempio: se mentre attraverso la strada sto per essere travolto da una macchina e la mia coscienza è orientata al passato, mi dico che avrei fatto meglio a rimanere a casa, che lì ero al sicuro; questo pensiero, comunque, non mi impedisce di essere investito. Se sono orientato al presente dico: "Oh, c'è una macchina che mi sta venendo addosso!", mi immobilizzo in questa consapevolezza e quindi vengo effettivamente travolto. Se sono orientato verso il futuro, allora penso subito a come schivarla e ad uscire velocemente dal pericolo: è l'unico atteggiamento che può darmi una chance di non essere investito dall'auto. Mi sembra che questo concetto sia importante, ne sono colpito, ma non so se Paola ha recepito perché mi sembra distratta.

Ora siamo in un grande garage custodito, con operai e officina meccanica, sotto la casa che abitavamo. Entriamo e giriamo liberamente: all'epoca in cui abitavamo lì eravamo abbonati. Però ora non lo siamo più e mi stupisco che ci lascino fare. Forse, per una volta, tollerano la nostra intrusione. (Il garage c'era davvero, ma non era custodito, si trattava solo di un parcheggio. Da sveglio ho la sensazione di conoscere il garage del sogno, come fosse un posto reale, tuttavia non riesco a focalizzarlo veramente.)

Siamo nella nostra casa di allora e dobbiamo passarci la notte per un motivo importante. Ci chiediamo se ci sarà consentito, ma crediamo di poterlo fare: si tratta soltanto di una notte. La casa, dopo tanti anni, è arredata ancora più o meno come l'abbiamo lasciata. Con noi c'è il nostro gatto Oro. Sono preoccupato perché so che avrà bisogno della lettiera per i suoi bisogni. Mi sembra di vederne una sul pavimento, ma scopro che non lo è: si tratta di un recipiente, un vaso di plastica bianca con degli oggetti colorati dentro. Sollevandolo mi accorgo che sotto c'è una perdita d'acqua consistente che proviene dal suolo, forse una tubazione rotta. Mi auguro che sappiano della cosa e che non pensino che siamo stati noi a provocare il danno! Poi trovo una provvidenziale lettiera con sabbia per Oro, forse l'abbiamo portata noi stessi.

Paola deve cucinare qualcosa, credo una torta rustica, e mi chiede di uscire e di andare a comprare della bieta.

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